La morte dello spirito delle parole

Lo spirito delle parole raccoglie la bambinaC’era una volta. “Un re!” diranno i miei piccoli lettori musicomani o monarchici. No, ragazzi, avete sbagliato.

 C’era una volta celeste, trasparente e limpida come l’acqua di mare una volta e nelle notti in cui le nuvole non pasvolavano a brucare l’aria del cielo, vi si poteva ammirare il brillio delle stelle, lucciole infaticabili nei prati azzurri del pluriverso.

Una volta (due al massimo): ora non più.

Tutto finì nuovamente il giorno in cui lo Spirito delle Parole, che si stava recando a Babylonia ad un convegno internazionale di parolacce per bambini, vide, costeggiando una strada polverosa, una distesa immobile e sanguinosa di corpi di uomini e donne accatastati in un cortile.

Avvicinandosi, raccolse il corpo dilaniato di una bambina che, vestita dei suoi bei panni turchesi e verdi, dormiva ancora, perché anche la morte aveva pudore a mostrarsi sul suo viso.

“Cos’è questo?” chiese piano lo Spirito delle Parole, la bambina ancora in braccio, ad un soldato poco distante.

Il soldato, guardandolo con occhi inespressivi, interrogò il Comando con la sua trasmittente.

“Effetti collaterali” rispose poco dopo ripetendo quanto una voce gracchiante gli aveva detto.

“Effetti collaterali.” ripeté lo Spirito delle Parole mentre una lacrima gli scendeva lenta su una guancia.

Nell’istante in cui la lacrima toccò il suolo, lo Spirito delle Parole sparì e tutte le parole del mondo deflagrarono schizzando impazzite nel tessuto stesso della realtà.

Niente fu più come prima.

Le parole, nei racconti, nelle fiabe, nei libri, iniziarono a mutare: all’inizio piccoli cambiamenti, una vocale là, una sillaba qua e la realtà, cioè la visione di maggioranza di una minoranza delle cose, cessò di avere senso, o meglio ampliò le sue assenze di senso.
Non gli uomini che non riuscivano più a capirsi tra loro ma parole che rifiutavano di farsi loro complici.

Da allora Fiat lux è solo l’ennesimo modello di automobile così come Regina Coeli è solo un carcere e la libertà esiste solo nel sogno che la libertà esista ma hanno ritirato i sogni dal mercato per eccesso di ribasso ed ora si può sognare solo al mercato nero dei sogni, sogni da quattro saldi e ormai Don Chisciotte chiede la Mancia ai gitanti camuffati da mulini a vanto, a cui girano le pale solo se gli fai i complimenti, in un mondo in cui nessuno si orienta prigioniero di una vita casuale intrappolata in una civiltà accidentale e Pinocchio va nel paese dei baiocchi e Cenerantola stuprata dal principe azzurro con una scarpa di gran marca mentre Alice, con uno specchio per le allodole, vende telefonini nel paese delle paccottiglie e il bruto anatroccolo esegue, ogni giorno, il canto del cigno e Cappuccetto Rotto ha la testa gelata e sorge il Sol dell’avvenire per chi, in ogni caso, Fa e che sa dire sempre Si al Re (Mi Do il La da me) e sono finiti i tempi in cui le grandi storie d’umore tra amanti metereopatici facevano bello e cattivo il tempo e beati gli ultimi perchè, come insetti, arriveranno nel Ragno dei Cieli dove il sangue dei poveri cristi moltiplica le croci e le mosche e le moschee e solo al dio denaro devi rendere conto delle tue azioni e delle tue stock-options e sono beati i poveri di spirito perché supereranno la prova del palloncino e chi è senza peccato scagli la prima pietra, si dice adesso disquisendo sul sasso degli angeli e la donna è mobile, dicono gli arredatori misogini sostituendo i comodini con belle figliuole, cosi belle che possono folgorarti con una torpedine o con un’occhiata, la stessa che dai ai giornali dai molti correttori di bozze di sangue e di petrolio che eliminano gli orrori dagli editoriali pagati dai produttori di pozze di sangue e di petrolio e nessuno si fa più legare per sentire il canto delle sirene ma sente prima il canto delle sirene e solo dopo viene legato (dalla polizia, la polisorella della polimamma) mentre i congiuntivi con la congiuntivite offrono una visione offuscata del presente e i mastigofori delle onagrocrazie colpiscono i videoti con frustate di parole uccise e dio è morto ma niente paura, la Vergine Maria non abortisce mai.

Che questa specie assurda liberi presto il pianeta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *